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venerdì, 25 ottobre 2019

La casa del futuro

E' già una realtà del presente in Sudtirolo, funziona ad idrogeno, è energeticamente autosufficiente e a zero emissioni - Intervento tematico di Siegfried Camana

 

 

Recupero sostenibile

Dal punto di vista architettonico, il progetto denominato “Knappenhaus” (casa dei minatori), a firma dell’arch. Gerhard Mahlknecht di Brunico, si riferisce alla ristrutturazione di un maso del ‘700, utilizzato come abitazione per famiglie di minatori che, per secoli e fino agli anni ’70, estraevano rame da una vicina miniera.

La scelta di intervenire su un edificio del passato per realizzarne uno che anticipa il futuro è doppiamente significativa e simbolica:

-         primo perché il sito si trova in una zona alpina disagiata e si vuole dimostrare che la nuova tecnologia non richiede particolari presupposti e può essere realizzata in qualsiasi contesto;

-         secondo perché recuperando un edificio esistente, anziché costruirne uno ulteriore, si vuole dare una precisa indicazione di metodo ovvero che l’edilizia sostenibile, ove possibile, è sempre indirizzata preferibilmente al riuso anziché al costruire ex-novo.

Nella ristrutturazione dell’edificio la proprietà ha anche cercato di riutilizzare pietre, travi e porte dell’edificio storico seguendo la consuetudine ispirata al risparmio cara alla gente di montagna.

Infatti nell’antica tradizione dell’alta montagna non si conosceva il concetto “rifiuto”, perché si era costretti, per ragioni tecniche ed economiche, a convivere con il minimo indispensabile, necessità che con il passare del tempo ha favorito il consolidarsi di una cultura basata sul “rispetto, risparmio e riuso” dei beni e dei materiali, termini che oggi sono poco e male rappresentati dal concetto di “riciclaggio”.

Cuore tecnologico

La grande innovazione riguarda appunto il “cuore tecnologico” del manufatto, un impianto termoelettrico di novità mondiale: l’energia idro-elettrica, prodotta sfruttando l’adiacente ruscello (Rio Aurina), viene immagazzinata sotto forma di idrogeno per coprire il fabbisogno annuo del fabbricato in una zona climaticamente difficile, in fondo ad una vallata, a 1.600 m. di altitudine.

L’innovativo impianto, progettato dalla Gkn Sinter Metals di Brunico (BZ), in collaborazione con aziende partners e sostenuto e co-finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, è stato dislocato nell’adiacente fienile, completamente adattato per ospitarlo.

Il progetto impiantistico si basa su una tecnica inedita di immagazzinamento dell’idrogeno.

In pratica l'energia prodotta dalla turbina idraulica viene trasformata in idrogeno tramite elettrolisi e l'idrogeno ottenuto viene stoccato in polvere di metallo (lega ferro-titanio) con tecnologia Hy2green, un sistema di immagazzinamento compatto e sicuro;  quando serve, l’idrogeno viene prelevato e convertito in elettricità attraverso una cella a combustione (1).

Il grande vantaggio di questo sistema è l’assenza di combustione come fenomeno termico e la mancanza di ogni emissione nociva.

Così, mentre da un lato l’industria automobilistica ritarda per svariati motivi l’applicazione imposta dall’inevitabile svolta storica nella gestione dell’energia, dall’altro il settore edilizio, ora che il punto di maggiore criticità, rappresentato dalla capacità di compattare ed immagazzinare in sicurezza ed efficienza l’idrogeno, sembra superato, può fare da apripista agli altri settori industriali sulla via di un futuro più rassicurante.

A tale proposito ciitiamo una spiegazione pratica  da parte dell’inventore e progettista Nils Bornemann: “La centrale a idrogeno può sfruttare  l’elettricità prodotta da pannelli fotovoltaici o da impianti eolici e sarà il sistema del futuro, per le case e pure per navi e treni”.

La casa è stata inaugurata il 13/07/2019 nei pressi di Predoi, in Valle Aurina (Brunico).

Il Presidente della Provincia, in tale occasione, ha ribadito lo spirito innovativo delle aziende che hanno collaborato al progetto e che l’Amministrazione, sostenendo tali iniziative lungimiranti,  intende esprimere la forte volontà di mantenere il territorio sostenibile al fine di preservare l’ambiente per le future generazioni.

Dal punto di vista di ANAB

Noi di ANAB siamo naturalmente molto interessati all’approfondimento delle innovazioni applicabili in edilizia, ma anche attenti a riconoscerne pregi e limiti, a comprenderne e valutarne eventuali risvolti negativi per la salute dell’ambiente e degli esseri viventi in tutte le fasi del ciclo di vita di ogni componente.

Nel caso specifico ci interroghiamo in merito alla polvere metallica utilizzata come mezzo di accumulo (quale tipo? quali provenienza e diffusione? quali lavorazioni? quali gli impatti della nanotecnologia?)

Viaggio studio

Proprio per approfondire questi aspetti e trovare risposta a tutte le domande, ANAB ha attivato dei contatti con i diversi interlocutori per organizzare una visita nel sito dell’importante progetto.

Una prima visita (di contatto) è già stata effettuata il 25 ottobre 2019 con un gruppo di 16 interessati, tra associati di ANAB, Bioedilizia Sudtirolo ed IBN Rosenheim (D). Una seconda visita aperta ad un gruppo più esteso, con una offerta  più varia (durata di 2 giorni), in Aprile/Maggio 2020, sarà inserita nel nuovo programma  dei “Viaggi studio ANAB”, attività che in passato ha riscosso un notevole successo non solo tra gli associati.

Gli interessati possono richiedere informazioni fin d’ora scrivendo all’indirizzo: formazione@anab.it.


Siegfried  Camana - architetto, tecnico Bioedile - Diploma IBN 1986

(1) Una cella a combustione è un dispositivo elettrochimico in grado di convertire direttamente l’energia chimica in energia elettrica tramite un processo a temperatura costante in cui l’idrogeno viene combinato con l’ossigeno per  formare acqua.

NOTA: Gli interventi tematici sono uno spazio aperto al confronto e alla discussione in cui i Soci ANAB possono proporre riflessioni, approfondimenti e proposte, con l'obiettivo di favorire il confronto dialettico all'interno dell'Associazione. Tutti i Soci ANAB sono invitati ad inviare i propri contributi, indirizzando una email con oggetto "Proposta di intervento tematico" a comunicazione@anab.it, contenente un documento in formato doc/odt della lunghezza massima di due cartelle, con allegate eventuali immagini in formato jpg. Gli articoli pubblicati non esprimono necessariamente il punto di vista di ANAB, ma quello dell'autore, nell'ambito del dibattito culturale interno all'Associazione. I testi pubblicati rimangono di proprietà dell'autore, che concede gratuitamente ad ANAB il diritto di pubblicazione illimitato su qualunque media. L'autore inoltre si assume la piena responsabilità del testo pubblicato. ANAB, a proprio giudizio insindacabile, e senza alcun obbligo, potrà decidere di pubblicare solo gli articoli ritenuti più significativi.

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