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martedì, 23 aprile 2019

La"Nuvola" di Fuksas

E' sostenibile la "Nuvola" di Fuksas? - Intervento tematico di Silvano Piras

Per lungo tempo, nel dopo guerra, l'EUR subì gli effetti nefasti della caratterizzazione ideologica, il silenzio e la  dimenticanza. Solo in seguito, con il mutato clima culturale, con la realizzazione di  numerosi edifici ferro vetrosi, il quartiere si era rimesso in cammino, diventando il principale laboratorio per la definizione del terziario  avanzato della capitale.

Arrivarono allora i nuovi edifici della committenza statale ben espressi da un grappolo di Ministeri  (Sanità, Infrastrutture,  Finanze, ecc.), fatti di superfici vetrate, volumi snelli , blocchi asimmetrici e tecnologici.  Curtain wall presero a proliferare in mezzo alle fabbriche monumentali dell'antico E42 diffondendo il linguaggio delle imprese di Stato. Il risultato più alto venne raggiunto dalla sede dell'ENI  di Marco Bacigalupo &C. e negli  anni settanta dalla torre dell'Alitalia.      

Le politiche pubbliche erano anche riuscite  a far rivivere gli edifici straordinari e "metafisici" dell'EUR, prima assolutamente sottoutilizzati, trasformando Roma, una città dalla straordinaria stratificazione artistica- monumentale, in  una moderna capitale europea. Poi è accaduto che, non più prigioniera di se stessa  e delle sue gloriose memorie se le testimonianze del passato, la città è riuscita a dialogare con i segni della cultura contemporanea e a promuovere architetture di valore.

L'apertura di questa nuova stagione ha portato alla realizzazione  negli ultimi quindici anni del Parco della Musica di Renzo Piano,del Centro per le Arti Contemporanee, il  MAXXI di Zaha Hadid, della sistemazione museale dell'Ara Pacis di Richard Meier e di altre importanti architetture. Ultima arrivata, ma non priva di una notevole eco sui mezzi di comunicazione anche internazionali la "nuvola" di Fuksas, vincitore il Concorso europeo indetto dal Comune di Roma e dall'Ente EUR circa venti anni fa.

Il nuovo Centro Congressi,  ultimato nel 2016, ha richiamato l'attenzione su quest'area nevralgica della città che meriterebbe di svolgere un ruolo urbano ancora più importante. Dopo ben 15 anni di cantiere aperto, numerosi ritardi, molte polemiche e lamentele del progettista è arrivata  la tanto attesa inaugurazione.

Ubicato tra viale Cristoforo Colombo e viale Europa nel quartiere EUR a Roma il Centro Congressi, doveva offrire servizi e produrre reddito aggiuntivo alla capitale, ma ancora non viene ancora utilizzato al pieno delle potenzialità. Nel 2018 è stato utilizzato solo in occasione di sette eventi di importanza nazionale o internazionale, e si trova ancora circondato dalla classica recinzione di cantiere non concluso.

La "nuvola" è costituita da una struttura portante in acciaio che sorregge l’auditorium e da un involucro calandrato che lo riveste. La struttura calandrata è rivestita di pannelli di fibra di vetro traslucida è contenuta  nella "teca"  il parallelepipedo  con le facciate costituite da una doppia parete che dovrebbe avere  compiti isolanti e di protezione dai raggi solari.

Purtroppo solo la sera si apprezzano le belle forme dell'involucro  calandrato dell'Auditorium poiché di giorno  le doppie pareti di vetro del parallelepipedo  della "teca" ne impediscono la vista.

Senza  dubbio, la "nuvola" del Centro Congressi,  è diventata un landmark architettonico con un potenziale comunicativo ancora da sviluppare, e potrebbe diventare un affettivo polo di attrazione  anche del turismo culturale architettonico. Inserendola in un percorso tra le architetture notevoli dell'EUR, sia  quelle  scenografiche e celebrative degli anni quaranta del Novecento, sia le altre realizzate a partire dagli anni sessanta fino ai giorni nostri. 

Riflettiamo ora sulla sostenibilità ecologica di questa architettura:

- è sostenibile un parallelepipedo in vetro in condizioni climatiche come quelle della città di Roma?

- Senza dispositivi di schermatura efficaci, senza un sistema di ventilazione naturale perfettamente funzionante?

- Quali sono le condizioni di comfort termico e di illuminazione naturale all'interno dell'edificio nel periodo estivo? 

In un epoca, come la nostra, in cui la crisi ambientale ha assunto le proporzioni enormi che tutti , ormai conosciamo, si possono ancora costruire edifici  che non funzionino secondo  solidi e sperimentati criteri bioclimatici?

Silvano Piras Architetto - Tecnico Bioedile ANAB n. 177



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